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lunedì 27 aprile 2015

LAVORO AGILE


Il 25 marzo è stata realizzata la seconda giornata del lavoro agile (o smart work). Organizzata la prima volta nel 2014 dal Comune di Milano,  quest’anno la giornata del lavoro agile ha visto l’adesione di  altri Comuni.

Scopo della giornata è quello di coinvolgere le imprese e consentire ai loro dipendenti di svolgere l’attività lavorativa nel luogo in cui ritengono più opportuno. Il lavoro agile non richiede una postazione fissa in ufficio; consente di lavorare ovunque: da casa, dal bar, dal parco, dalla palestra o da una postazione in co-working.

L'iniziativa mira ad approfondire le opportunità del lavoro agile in termini di:


·                     conciliazione vita-lavoro e risparmio di tempo per i dipendenti

·                     sviluppo di una maggiore propensione a lavorare per obiettivi ed aumento della capacità di delega e fiducia nei propri collaboratori durante lo svolgimento dell'attività lavorativa a distanza

·                     evoluzione del modello culturale e organizzativo delle aziende italiane che già da anni si confrontano con la necessità di gestire sempre più efficacemente le risorse che lavorano da remoto (es. da casa, in viaggio, da altre sedi locali etc.)

·                     riduzione dell'impatto ambientale (calo di emissioni di CO2 e PM10, traffico,

consumi energetici)
 

La modalità di lavoro agile può essere utilizzata uno / due giorni la settimana. In alcuni Paesi dell’Unione Europea tale modalità è già entrata nella prassi.
 

martedì 23 dicembre 2014

BUON NATALE 2014






E' NATALE!!!!

E' Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E' Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l'altro.
E' Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E' Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E' Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E' Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.

Madre Teresa di Calcutta

mercoledì 27 agosto 2014

AUTO, NO GRAZIE!


 

Negli ultimi anni le auto che circolano sulle strade sono numerosissime, con conseguenti problemi di stress, rumore, inquinamento, strade intasate dal traffico, incidenti,  costi per l’acquisto, bollo, assicurazione, manutenzione, difficoltà e costi di parcheggio.

Il numero sempre crescente di automobili riduce l’efficienza del servizio di trasporto pubblico per cui meno trasporti pubblici ci sono, più si tende ad acquistare ed usare il mezzo privato. È un cane che si morde la coda.

Però in Finlandia, ad Helsinki, nel giro di dieci anni ci si propone di eliminare il trasporto privato e sostituirlo con un servizio pubblico “su richiesta”, a costo contenuto, in grado di soddisfare le differenti esigenze degli utenti.

C’è da dire che Helsinki, con un milione e trecentomila abitanti, non parte da zero; Il trasporto pubblico è un fiore all’occhiello: è tra i più puntuali al mondo e conta 800 mila abbonati. Inoltre attraverso l’Autorità Regionale dei Trasporti, Kutsuplus, si sta sperimentando un servizio di minibus a nove posti personalizzato.

L’idea della progressiva eliminazione delle auto parte da una tesi di laurea di una ragazza di 24 anni, Sonja Heikkila, che è sicura che il suo piano funzionerà.

Il progetto di Sonja Heikkila è ambizioso ed è destinato a rivoluzionare il trasporto pubblico tradizionale, consentendo agli utenti di prenotare e acquistare il proprio viaggio in città in tempo reale e direttamente dagli smartphone.

Il progetto, che dovrebbe diventare operativo entro il 2025, prevede che gli utenti, al momento della prenotazione del viaggio, specifichino il punto di partenza e la destinazione ed eventualmente alcune preferenze sui mezzi di trasporto da utilizzare: bus, taxi, bicicletta, traghetto.

Il servizio è più caro di un biglietto del bus, ma meno di un taxi ed offre numerose opzioni di viaggio a prezzi diversi.

Sicuramente non si rinuncerà del tutto all’auto, soprattutto per quelle persone che debbono raggiungere luoghi isolati e non serviti da mezzi pubblici (es. la casa di campagna), o per le vacanze in luoghi lontani dalla propria città.

Ovviamente, almeno nella fase iniziale, il servizio si rivolge soprattutto ad una generazione abituata a navigare in rete, che possiede uno smartphone ed ha dimestichezza nell’utilizzarlo.

Ma molti saranno i benefici: ambientali per il ridotto inquinamento, economici per gli utilizzatori che non acquisteranno un’auto, logistici per lo snellimento del traffico, organizzativi per la pianificazione più flessibile del viaggio e minori tempi di attesa, urbanistici per la riduzione dei parcheggi necessari….ed ancora altri che al momento non si possono immaginare. 



 

venerdì 4 luglio 2014

MARINALEDA : DOVE UN MONDO DIVERSO È POSSIBILE


 
 
 
Che cosa ci rovina la giornata…. e magari l’esistenza?

Disoccupazione e precarietà? Incertezza sul futuro? Debiti? Competitività esasperata? Acquisto della casa? Stress? Mancanza di tempo libero? Criminalità dilagante? Isolamento/Solitudine/Esclusione? Ritmi di lavoro serrati? Inquinamento/Sicurezza alimentare?....e ancora e ancora….

Ora dimentichiamo tutto questo. Chiudiamo gli occhi e con la fantasia voliamo in un luogo ipotetico, dove un mondo diverso e migliore è possibile, dove le negatività di cui sopra sono state cancellate, dove l’utopia è diventata realtà, tramite i suoi cittadini.

Adesso apriamo gli occhi: Beh… tutto ciò esiste …e quel luogo si chiama Marinaleda.

Le parole d’ordine a Marinaleda, borgo di 2700 abitanti, circa 100 Km ad ovest di Siviglia, sono cooperazione e cittadinanza inclusiva. Innanzitutto la disoccupazione è allo 0%. La comunità collabora alla fornitura dei servizi pubblici essenziali, che si tratti di pulire le strade o tenere in ordine giardini e verde urbano. L’economia del villaggio è quasi interamente basata sull’agricoltura, visto che il 70% dei cittadini lavora alle produzioni di eccellenza del suolo andaluso: carciofi, peperoni ed altri prodotti agricoli che finiscono anche sulle nostre tavole, perché l’export è fiorente. Il restante 30% della popolazione lavora in piccoli negozi e, secondariamente, nelle scuole e negli uffici pubblici.

La giunta non riceve emolumenti, perché l’attività amministrativa è considerata un servizio alla cittadinanza. La quota per pagare la mensa scolastica è di 12 euro al mese; la piscina comunale costa, per l’intera estate, solo 3 euro; ancora, l’asilo comunale 12 euro al mese. La polizia non esiste, perché la criminalità è assente.

Ma non è finita qui: ogni cittadino di Marinaleda ha la possibilità di avere una casa pagando un affitto calmierato di 15 euro al mese per un appartamento di 90 metri quadri. Come? Il Comune gestisce il terreno, ne concede il permesso di edificabilità valutando la bontà del progetto e l’assegnatario contribuisce alla costruzione dell’edificio con il proprio lavoro. A tal scopo è stata attivata una serie di laboratori rivolti all’insegnamento delle tecniche di muratura, di impiantistica elettrica, idraulica, di carpenteria, di agricoltura ecologica, di tutto ciò che può essere usato a beneficio del programma sociale sull’edilizia.

Ci sono scuole moderne, un comprensorio sanitario attrezzato di modo che la gente non debba spostarsi per usufruire di trattamenti standard, un centro sportivo moderno e ben equipaggiato, servizi a domicilio per gli anziani, un centro per i pensionati, un ampio centro culturale, una piscina, un campo sportivo da calcio e un parco con giardini, nel pieno rispetto della natura

Chi lavora nell’agricoltura, indipendentemente dalla mansione svolta, guadagna circa 50 euro al giorno, al di là della qualità del raccolto e delle stagioni: la giornata lavorativa è di circa 6 ore e vige un perfetto egualitarismo.

Le decisioni sono nelle mani della gente del luogo, il Consiglio comunale ha creato delle Assemblee Generali dove si incontrano in media 500 persone 2-3 volte al mese per dar voce alle loro preoccupazioni e votare sulle questioni all’ordine del giorno. In più, vi sono Gruppi  che si occupano di problemi specifici come la cultura, i festival, la pianificazione urbanistica, lo sport, l’ecologia e la pace; nessuno rimane solo od escluso. Poi l’uso del “bilancio partecipativo” attraverso il quale ogni anno gli investimenti e le spese proposte dal Consiglio sono presentati negli spazi della comunità per essere discussi. In alcune domeniche prefissate la gente del posto presta servizio volontario per sistemare le strade, i giardini, le case, e fa altri lavori utili, non solo migliorando lo spazio pubblico, ma costruendo anche la coscienza collettiva di chi abita quello spazio.

L’esperimento è partito da lontano, a cavallo fra gli anni ’70 e ’80 e funziona benissimo. Il capitale investito è quello sociale, la forza propellente è un mix di solidarietà e generosità; il risultato un condominio allargato, felice di esistere.

Siamo sicuri che proprio non si possa replicare?
 





 

giovedì 5 giugno 2014

S.O.S. CALDO


 

Arriva la bella stagione e non possiamo che rallegrarcene, dopo il lungo tunnel un po’ melanconico cui associamo solitamente il periodo invernale.
Certamente il bel tempo è in stretta relazione con le energie positive che sembra sprigionare, ma quando si deve rimanere sul posto di lavoro, forse il punto di vista è un po’ differente: il caldo può diventare un nemico da cui difendersi.
Nella nostra realtà produttiva i lavoratori maggiormente a rischio sono coloro che lavorano all'aperto, in particolare gli agricoltori, gli addetti alla raccolta di frutta o verdura nei campi e/o in serra e gli operai dei cantieri edili e stradali, ma anche i lavoratori che sono esposti a fonti di calore  radiante es.: acciaierie, fonderie, vetrerie.
Il Testo Unico sulla salute e sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/'08) indica tra gli obblighi del datore di lavoro quello di valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” e specificamente il lavoratore esposto ad agenti fisici tra i quali il microclima. Quindi anche al rischio di danni da calore tipico delle attività lavorative svolte in ambiente aperto nei periodi di grande caldo estivo.
Il Dipartimento di Medicina del Lavoro, l’Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali e il Consiglio Nazionale Ricerche hanno creato una guida per affrontare il rischio di radiazione solare ultravioletta per il lavoratori all’aperto.
Il Dipartimento Prevenzione Medica dell’ ASL di  Mantova ha pubblicato un opuscolo, in 4 lingue, contenente misure di prevenzione che il Datore di lavoro deve mettere in atto ed azioni per evitare i danni da calore sul lavoro.

venerdì 16 maggio 2014

DAL PRODOTTO INTERNO LORDO ALLA FELICITA’ INTERNA LORDA 3


 
 


Dove cresce la FIL

In questo momento di crisi finanziaria internazionale suscita interesse il Bhutan, piccolo Stato asiatico himalayano, fra il Tibet e l’India, che da alcuni anni ha adottato un differente indice per misurare il suo sviluppo, sostituendo il PIL (Prodotto Interno Lordo) con un indicatore nazionale che misura lo stato di benessere dei suoi abitanti e delle comunità, chiamato, in analogia al PIL, FIL (Felicità Interna Lorda).

La Felicità Interna Lorda considera le esigenze e i bisogni della popolazione, in quanto la felicità non può essere misurata solo dalla produttività in termini materiali, ma dalla qualità della vita che tiene conto di valori etici e spirituali.

L’indice della Felicità interna lorda si basa su quattro pilastri fondamentali, ripresi dal buddhismo ma applicabili a qualsiasi società:

1.    sviluppo sociale sostenibile,

2.    sostenibilità ambientale,

3.    promozione culturale

4.    buon governo.

I criteri presi in considerazione sono:

·         la qualità dell’aria,

·         la salute dei cittadini,

·         l’istruzione,

·         la ricchezza dei rapporti sociali

Nonostante questo paese sia ritenuto uno dei più poveri dell’Asia, con un PIL pro capite di 2.088 dollari (2010), occupando gli ultimi posti della classifica mondiale, secondo un sondaggio, è anche la nazione più felice del continente e ottava nel mondo.

 


 

mercoledì 16 aprile 2014

Buona Pasqua!




 

Trova il tempo


Trova il tempo di pensare

Trova il tempo di pregare
Trova il tempo di ridere
È la fonte del potere
È il più grande potere sulla Terra
È la musica dell'anima.

Trova il tempo per giocare
Trova il tempo per amare ed essere amato
Trova il tempo di dare
È il segreto dell'eterna giovinezza
È il privilegio dato da Dio
La giornata è troppo corta per essere egoisti.

Trova il tempo di leggere
Trova il tempo di essere amico
Trova il tempo di lavorare
E' la fonte della saggezza
E' la strada della felicità
E' il prezzo del successo.

Trova il tempo di fare la carità
E' la chiave del Paradiso.

(Iscrizione sul muro della Casa dei Bambini di Madre Teresa a Calcutta)

 

 

lunedì 10 febbraio 2014

DAL PRODOTTO INTERNO LORDO ALLA FELICITA' INTERNA LORDA 1



Che cosa sono?

 

Che cos’è il PIL?

In economia il Prodotto Interno Lordo (PIL), rappresenta il valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti all'interno di un paese in un certo periodo di tempo. Per calcolarlo bisogna sommare quello che spendono i consumatori, i soldi investiti in quel paese, i soldi spesi dal governo e il valore delle esportazioni; a questa somma bisogna sottrarre il valore delle importazioni.

Il PIL può essere anche definito come il valore della ricchezza o del benessere di un paese.

Dato che è un indicatore sintetico e immediato, il PIL è usato da politici e mezzi d’informazione per comunicare e confrontare la situazione di ogni paese. Come ha scritto Jon Gertner (autore di libri e collaboratore del “The New York Times Magazine”) in un articolo uscito sulla rivista “Internazionale”, “è una cifra che comprime una grandezza immensa come l’economia di una nazione in unico dato”.

Ma serve davvero a capire se in un paese si vive bene?  

Scrive Jon Gertner:  “Immaginiamo il prodotto interno lordo come due persone, signor PIL ALTO e signor PIL BASSO. Il signor PIL ALTO lavora, guadagna e spende molto: va spesso al ristorante, paga una baby sitter per i figli e una casa di riposo per i genitori, ha un televisore con un megaschermo, una macchina potente e una grande villa con un moderno sistema di climatizzazione. Il signor PIL BASSO invece usa i mezzi pubblici o va a piedi, sta spesso con i figli, ha un televisore senza megaschermo e vive in un appartamento.

“In base agli standard moderni”, spiega Gertner, “il signor PIL ALTO vale di più per il suo paese. Ma non si può dire che viva meglio, perché fa una vita sedentaria e stressante, segue una pessima dieta e consuma troppo, contribuendo a una serie di mali sociali e ambientali”.

Per questo motivo molti economisti e sociologi hanno messo in discussione l’utilità del PIL come indicatore di benessere. 

Forse per valutare il benessere delle persone bisogna ricorrere ad altri indicatori. Ad esempio la FIL (Felicità Interna Lorda) che è un tentativo di definire - con un evidente ammiccamento ironico, ma con altrettanto evidenti intenti sociologici - uno standard di vita sulla falsariga del prodotto interno lordo (PIL).

La FIL non serve a misurare la felicità, ma ad indicare che il benessere è più importante dei consumi
 


 

venerdì 10 gennaio 2014

IL POTERE DELLA RISATA





Ridere e piangere rappresentano un antichissimo strumento per comunicare, per esprimere gioia, dolore, piacere di stare insieme, sofferenza, richiesta di aiuto.

Ovunque nel mondo si ride e si piange allo stesso modo. E' un linguaggio universale, innato, non c'è bisogno di impararlo. Di fronte ad una certa situazione il cervello invia dei segnali che producono una serie di contrazioni dei muscoli facciali e della respirazione, provocando vocalizzi e lacrimazioni. Alcuni individui sono più reattivi, altri meno. Alcuni trattengono le emozioni, altri meno. Ma a tutti è capitato di scoppiare a ridere in maniera incontrollabile.

I bambini hanno la capacità di ridere prima ancora di parlare; anche i bambini non vedenti o non  udenti dalla nascita possiedono la capacità di ridere.

Sigmund Freud afferma che il riso rilascia tensione ed "energia psichica" benefica per la salute. Il filosofo John Morreall, fondatore della Società Internazionale di Studi sull'Umorismo (ISHS) asserisce che la risata umana potrebbe avere le sue origini biologiche come una sorta di espressione condivisa di sollievo al superamento di pericolo. Friedrich Nietzsche, al contrario, suggerisce che la risata sia una reazione al senso di solitudine esistenziale e alla mortalità che solo gli esseri umani sentono.

Hunter Doherty "Patch" Adams, medico statunitense, ha ideato la clownterapia. Gruppi di volontari travestiti da clown visitano ospedali di diversi Paesi del mondo, con l'obiettivo di far riscoprire la gioia e l’allegria ai bambini ammalati.

Quindi tutti sono d’accordo sul fatto che ridere faccia bene alla salute.

Recentemente c’è stato un nuovo ed originale approccio alla risata: “Lo yoga della risata”.

Il dott. Madan Kataria, medico allopatico di Mumbai (India), insegna come armonizzare le antiche pratiche Yoga con la scienza del ridere, al fine di contrastare gli effetti negativi dello stress, migliorando i rapporti interpersonali e contribuendo a promuovere la Pace Mondiale attraverso la risata. Secondo “Pranayama” che è la scienza della respirazione, la risata ha un effetto immediato e potente sulla fisiologia e si usa da oltre quattromila anni per influenzare il corpo, la mente e le emozioni.

Kataria ha istituito la Giornata Mondiale della Risata, che si celebra ogni anno la 1° domenica di maggio. Inoltre ha portato il suo metodo negli ospedali, nelle multinazionali, nelle carceri e in tutti i posti dove i livelli di tensione e di stress sono altissimi.

 


venerdì 20 dicembre 2013

UN DONO





UN DONO

Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore,
e fallo conoscere al mondo.

Mahatma Gandhi

http://www.magicaluna.com/m__gandhi.htm

lunedì 16 dicembre 2013

GRAZIE disMAPPA !!!




E' stato un incontro molto fortunato quello che mi è capitato a marzo 2013 in occasione del convegno Donne con disabilità e lavoro alla Gran Guardia di Verona...Nicoletta è infatti una donna  intraprendente, moderna , generosa, che ti contagia con la sua vitalità... è una donna piena di colori, di sorrisi e di allegria.E' una donna a caccia di bellezza... Non sto esagerando !

Basta che andiate a curiosare nel suo blog disMappa per rendervene conto http://www.dismappa.it/ !


Le numerosissime foto che troverete colgono sorrisi (tantissimi), particolari curiosi, turisti, cittadine e cittadini locali, eventi aggiornatissimi di teatro, arte, poesia...E' un caleidoscopio di colori e notizie. Si  fatica a starle dietro!

Su disMappa, Verona appare come una metropoli moderna ricca di tante  iniziative e di tante persone positive e attive.

E cosa per me ancora più interessante, è che quasi passa in secondo piano il fatto che il blog sia realizzato da e per disabili motori, e che curatrice dei contenuti (testi e foto) sia  Nicoletta Ferrari quale  diretta verificatrice degli stessi in loco, nonché su sedia a rotelle.

Si apprende quindi che l'obiettivo del  progetto disMappa è quello di valorizzare lo splendido centro storico di Verona, grazie alla mappatura di tutti i luoghi pienamente o parzialmente accessibili alle persone con disabilità motoria.

Ma il servizio che disMappa fa è per tutti i cittadini che siano disabili o meno, veronesi o non, donne o uomini, giovani o anziani.Questa sì che è integrazione !

 Il tipo di messaggio sulla disabilità che viene trasmesso è quello di valorizzare le iniziative positive, le persone positive e i luoghi accessibili a tutti! Ciò che non è bello e  accessibile non merita di essere citato... e questa è una grande idea di cui abbiamo tutti bisogno in un periodo un pò depressivo come l'attuale!!! E' una denuncia indiretta a ciò che non funziona o a ciò che limita!

Quindi grazie disMappa per esserci e  non perdetevi il bellissimo calendario 2014 che gratuitamente è a vostra disposizione http://www.dismappa.it/calendario-2014-dismappa-in-regalo/   !!!

mercoledì 9 ottobre 2013

InOltre NUMERO VERDE ANTI SUICIDI PER GLI IMPRENDITORI






Il servizio InOltre, la salute dell’Imprenditore è un servizio creato dalla Regione Veneto con l'obiettivo di offrire un supporto concreto alle richieste di aiuto di imprenditori in questo momento di grave crisi economica

 Il Numero Verde 800 33 43 43 è in funzione 24 ore su 24, 7 giorni su 7

La relazione delle attività svolte e delle spese sostenute, con riferimento al primo semestre di attività, pervenute alla Direzione Prevenzione e conservate agli atti del Servizio per la tutela della salute negli ambienti di lavoro, documentano fino al 30.06.2013 il ricevimento da parte del Centro di ascolto di 755 chiamate (di cui 422 gestite direttamente e 181 gestite con il supporto dei servizi territoriali di competenza) e l'avvio di numerose iniziative finalizzate alla costruzione di reti di Servizi per la gestione delle diverse segnalazioni agli utenti.

Le richiesta d'aiuto arrivano non solo dagli imprenditori ma anche da parte di dipendenti, famigliari e amici e arrivano anche da altre Regioni.

La Regione Veneto con un recente provvedfimento ha deciso di impegnare il finanziamento delle iniziative da sviluppare nel secondo e terzo semestre di attività di questo importante progetto 


http://www.vi.camcom.it/a_ITA_2840_1.html

giovedì 8 agosto 2013

AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO



I cambiamenti che stiamo affrontando al lavoro e nella nostra vita sono sempre più all’ordine del giorno… cerchiamo di vivere il cambiamento non come fonte di ansia ma come una possibilità di crescita!!


“Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla”
 

Questo aforisma di Lao Tzu(*) ci stimola a guardare al cambiamento da una diversa prospettiva, a scoprire ciò che il cambiamento ci può riservare. La trasformazione da bruco a farfalla molto spesso non è semplice e neppure indolore, ma consente di crescere ed evolvere!
 
Come affrontare questo passaggio?

Di fronte al cambiamento possiamo attuare una o più delle seguenti risposte funzionali:

1) Essere vigili: osservare, ascoltare i segnali deboli, per poter prevedere il cambiamento
2) Prendere consapevolezza del cambiamento che sta avvenendo, conoscerlo, esplorarlo per comprenderlo
3) Scaricare le emozioni negative, come la paura e la rabbia, attraverso l’aspetto liberatorio della scrittura
4) Ricordare i cambiamenti passati che abbiamo affrontato con successo e le lezioni che ne abbiamo tratto
5) Cercare l’aspetto positivo del cambiamento ed apprezzarlo
6) Usare l’immaginazione e focalizzarsi su ciò che desideriamo raggiungere e ottenere piuttosto che su ciò di cui abbiamo timore e non vogliamo
7) Evitare l’immobilismo improduttivo, l’attesa vana e la ricerca di soluzioni perfette, ma piuttosto mettersi in moto il più rapidamente possibile, sperimentare, agire!

Queste reazioni positive testimoniano che, se è vero che l’essere umano tende ad avere una forte resistenza al cambiamento, è anche vero che possiede una potentecapacità di azione e di adattamento.
Da ultimo, questo Proverbio cineseè un invito all’azione costruttiva:

 “Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento.”

(*) Lao Tzu (Laozi) è stato una delle più importanti figure della filosofia cinese, la cui esistenza reale è ancora dibattuta. Secondo la  tradizione cinese egli visse nel VI secolo a.C., anche se molti storici collocano la sua vita nel IV secolo a.C., il periodo delle cento scuole di pensiero e degli Stati Combattenti. È attribuita a Lao Tzula scrittura del Tao Te Ching (testo sacro taoista), ed egli stesso è considerato il fondatore del Taoismo.

lunedì 5 agosto 2013

MANAGERS E BENESSERE 2







Continuiamo il nostro  percorso di riflessione per chi ha responsabilità nel coordinamento delle risorse umane. Alcuni suggerimenti valgono comunque per tutte le persone che lavorano.

Le paure Come gestirle
Le paure dei dirigenti possono essere molteplici:

paura di non riuscire a far superare il periodo di crisi della propria azienda, paura di non essere all’altezza dei propri compiti, paura di ammalarsi, di non essere più capaci, paura di non riuscire a soddisfare le aspettative dei capi e dei collaboratori

La reazione alla paura è spesso quella di far di tutto per compiere tutto bene , per fare una buona impressione a tutti. Nella situazione economica attuale è necessario però essere consapevoli che il lavoro non è garantito neppure da prestazioni ottime e costanti.

Come affrontare la paura:
• Ammetterla con noi stessi e accettarla come parte di noi (La paura è propria dell’uomo, se non la provassimo non avremmo il senso della misura e l’attenzione istintiva ai pericoli)
• Dialogare con la paura questo è spesso sufficiente per ridurla
• Ricercare le cause della paura : insicurezza, senso di abbandono, necessità di accettazione
• Conquistarsi un’immagine di sé più autentica, più umana, uscire dalla gabbia del superuomo o della superdonna che non ha mai cedimenti soprattutto di fronte agli altri.

Riflessioni tratte da SOPRAVVIVERE LAVORANDO Manuale antistress di Anselm Grun 2008

venerdì 2 agosto 2013

LAVORO, FISCO E QUALITA' DELLA VITA

La crisi economica e del mercato del lavoro ci impone di modificare, in tempi stretti, la consolidata organizzazione del lavoro e del welfare del nostro modello occidentale, per individuare misure sostenibili sia in termini economici che di benessere per le persone.
Questa proposta ci sembra molto interessante ed efficace:

UNA SOCIETÀ SU MISURA AD OGNI ETÀ
Un nuovo patto che combini realismo fiscale e solidarietà sociale
spunti tratti da Kemal Dervis (*)

In tutto il mondo la disoccupazione da un lato, e gli assetti pensionistici dall’altro, sono divenuti un problema cruciale, fiscalmente e socialmente.
La crisi globale attuale ha solo accentuato l’evidenza del fenomeno, ma è certo che l’occupazione creata in nuove attività non compensa la perdita di posti di lavoro in quelle vecchie ed inoltre la maggior parte dei nuovi posti richiede competenze diverse, cosa che riduce la speranza di collocazione di chi ha perso il lavoro.
Servono alcune riflessioni: una radicale rivalutazione del lavoro, della formazione professionale e dello sviluppo delle competenze, delle pensioni e del tempo libero. Ad esempio formazione e sviluppo delle competenze dovrebbero essere svolti durante tutto l’arco della vita, iniziando da quando si è a scuola e continuando mentre si è sul posto di lavoro. Dovrebbero essere studiati sistemi di esenzione dei contributi per i primi anni di lavoro per i giovani che si inseriscono, e di pari passo, il pensionamento dovrebbe essere un processo graduale.

Per esemplificare: le persone dovrebbero poter lavorare in media 1800/2000 ore l’anno fino ai 50 anni; scendere a 1300/1500 ore fino ai 60; raggiungere le 500/1000 avvicinandosi ai 70. In pratica lavorare 5 giorni a settimana, poi 4, infine 2.
Anche le ferie pagate potrebbero essere 3/4 settimane fino ai 45 anni; raggiungere gradualmente le 7/8 settimane avvicinandosi ai 70 anni.

Imprenditori e dipendenti dovrebbero negoziare tale flessibilità, ricevendo incentivi ed aiuti finanziari dal governo.
L’obiettivo dovrebbe essere una società in cui i cittadini lavorano (e pagano le tasse) fino a 70 anni, ma meno intensivamente con l’avanzare dell’età e in maniera flessibile. In cambio di una prolungata vita lavorativa, i cittadini avrebbero più tempo per lo svago e per l’aggiornamento.
Il nuovo patto sociale per la prima metà del ventunesimo secolo deve combinare realismo fiscale, uno spazio significativo alle preferenze dei singoli e una forte solidarietà e protezione sociale contro gli shock derivanti da circostanze personali o da un’economia volatile.

(*)Kemal Dervis, ex ministro dell'economia in Turchia, amministratore del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), e il vice presidente della Banca Mondiale, è attualmente Vice Presidente della BrookingsInstitution (organizzazione no-profit che svolge ricerca indipendente per trovare e suggerire soluzioni di policy innovative per le principali istituzioni statunitensi e mondiali)



http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-07-28/societa-misura-lavoro-ogni-144336.shtml


martedì 30 luglio 2013

Manager e benessere



In questo momento difficile in cui molte persone perdono il lavoro , anche chi per fortuna può continuare a lavorare si ritrova a vivere in condizioni molto più difficili di qualche anno fa: ritmi sempre più vorticosi, quadro normativo incerto ed in continua evoluzione, risorse sempre più scarse … la pressione riguarda ovviamente tutti, ma i manager in particolare si ritrovano fra l’incudine e il martello e cioè tra la direzione dell’azienda che fa pressioni e il proprio gruppo di lavoro al quale si deve  spesso  richiedere  sempre di più.
Con questo post iniziamo un percorso di riflessione per chi ha responsabilità di coordinare le risorse umane. Alcuni suggerimenti valgono comunque per tutte le persone che lavorano.
                                               Essere persone nella vita lavorativa quotidiana 
Questa semplice espressione nasconde un importante suggerimento: non dobbiamo contrapporre vita e lavoro. Il lavoro non dovrebbe divorarci tutto il tempo che abbiamo. Non dovremmo sentirci vivi soltanto dopo il lavoro . La strada da percorrere per stare bene è quella di trovare il modo affinché l’impegno professionale possa contribuire allo sviluppo personale, arricchendo così anche la  nostra vita privata. L’obiettivo è quello di rimanere persone sul lavoro e di riempire maggiormente di vita la nostra attività lavorativa.
LA PRESSIONE, come gestirla
La pressione che le difficili condizioni di lavoro in questo momento di crisi  viene esercitata su chi ha responsabilità rispetto agli obiettivi dell’impresa, è molto forte ed è necessario saperla gestire.
Alcuni suggerimenti:
  • Non negarla
  • Mantenere un adeguato distacco interiore: decidere autonomamente in che misura soddisfare le attese dei superiori e quanto relativizzarle
  • Non esercitare sugli altri la stessa pressione. Spesso le pressioni eccessive non mettono le persone nelle condizioni di lavorare meglio. Anzi può capitare che i collaboratori si ammalino o che il loro rendimento cali. Un po’  di fantasia e di creatività sono spesso la carta vincente.
  • Mantenere un dialogo con la pressione stessa: ci può rivelare alcuni aspetti di noi stessi, scarsa fiducia,  paura di non valere abbastanza, la dipendenza dall’autorità
  • Chiudere la porta del lavoro, con i suoi problemi prima di aprire quella di casa.

(Gli spunti sono tratti da SOPRAVVIVERE LAVORANDO Manuale antistress di Anselm Grun 2008)



venerdì 7 giugno 2013

IDENTITA' E CAMBIAMENTO

Fino a qualche tempo fa le caratteristiche fondamentali di una professionalità erano
Il Sapere
Il Saper fare
Il Saper essere

Aggiungiamo ora un'altra caratteristica imprescindibile:
Il Saper cambiare !

Vi proponiamo due riflessioni sull'identità che rappresenta la nostra possibilità di affrontare  il cambiamento e allo stesso tempo di determinare il cambiamento attorno a noi... purché coltiviamo un'identità in evoluzione!

Cosa ci rende unici non è né la condizione di nascita [...] né lo stato sociale [...] né quello che comunemente si ritiene sia il sapere. L'identità è data dal coraggio di essere quello che si è e dal rispetto profondo per la propria vita e dal giusto valore che le diamo. E allo stesso tempo l'identità è l'unica vera fonte di potere degli esseri umani. Solo se si ha un'identità si può cambiare il mondo, apprezzare la vita, capire cos'è. (Sabina Guzzanti)

La mia identità è in divenire perenne. Non ho un'identità da proteggere, ho un'identità da realizzare, un'identità che avanza, che cresce, che evolve. La mia identità di oggi non è più quella di ieri. Chi sono io? Sono le mie idee che ho cambiato, le emozioni che ho avuto, belle o brutte, sono la mia volontà. La mia identità è il comporsi di tutte queste cose, per cui sono braccia che si stendono, non sono radici immobili. (Ermes Maria Ronchi)

venerdì 31 maggio 2013

LA GESTIONE DEL TEMPO LAVORO

Uno dei problemi principali per chi lavora è quello di riuscire a gestire in modo efficace il tempo lavoro e di conseguenza di trovare un corretto equilibrio lavoro/casa.
Il lavoro sopratutto in questo momento rischia di non avere  confini chiari, di cambiare continuamente e di imporci dei ritmi sempre più elevati, basti pensare alle infinite  mail da smaltire ogni giorno senza che ci sia la possibilità di ignorare una sola richiesta e che spesso non consideriamo nemmeno parte del nostro lavoro.
Per riuscire a lavorare con efficacia e senza eccessivo stress è necessario avere il controllo del proprio piano di lavoro quotidiano e di tutto quello che c’è nella mente  e di mantenere quel controllo tramite procedure adeguate.Il nostro cervello non è una macchina perfetta e rischia di sovraccaricarsi di file e di andare in tilt. Se fosse più efficiente ci ordinerebbe i file in ordine di priorità evitando a noi il rischio di dimenticare le cose urgenti e di perdere tempo con cose non necessarie.

In allegato una una proposta per aiutarci ad organizzare meglio il nostro tempo/lavoro.

lunedì 13 maggio 2013

GIORNATA MONDIALE DELLA LENTEZZA

Oggi 13 maggio 2013 si festeggia la 7° giornata della lentezza. La lentezza non è necessariamente un valore in sé , si tratta piuttosto di essere veloci senza perdere la lentezza, oppure essere lenti senza perdere la velocità . L’agire deve essere supportato dalla riflessione . Ci accorgiamo che quando agiamo nella fretta spesso non valutiamo le conseguenze e ne paghiamo gli scotti  nei rapporti con gli altri così come nel lavoro.
Ecco i 14 comandaLenti sulla lentezza.


lunedì 6 maggio 2013

BES Benessere Equo e Sostenibile

Che cos’è il  BES Benessere Equo e Sostenibile ?
Significa considerare il benessere di un Paese non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista delle persone. Significa andare oltre le misure economiche convenzionali come il Pil pro capite e tenere in considerazione indicatori di carattere ambientale e sociale che permettano una valutazione globale sullo stato e sul progresso di una società.
Già nel 2001 l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (Ocse) ha promosso diverse iniziative nell’intento di aumentare la consapevolezza sul tema della misurazione del progresso della società.
Aspetto molto interessante di questa prospettiva sta nel fatto che “cosa si misura” influenza “cosa si fa”. Nel senso che la  misurazione del benessere attraverso indicatori più articolati e condivisi dalla società implica  possibili cambiamenti dell’azione politica e punta a realizzare un migliore funzionamento della democrazia in un’epoca nella quale la crescita economica si è fatta più problematica e nella quale gli obiettivi di buon governo devono necessariamente andare “oltre il Pil”.
A questo proposito segnaliamo una recente pubblicazione del Cnel e dell’Istat “Bes 2013 Il benessere equo e sostenibile in Italia” e il relativo sito www.misuredelbenessere.it
Anche a livello personale il nostro benessere non è assolutamente dipendente solo dal  conto in banca ma da altri aspetti come la qualità dei nostri rapporti, l’utilizzo del tempo, la cura di noi stessi e degli altri… ricordiamoci quindi di vivere bene ogni giorno nonostante le infauste e martellanti notizie economiche perché … la nostra vita è adesso !