Tre punti di vista
Robert
Kennedy, IL
18 marzo 1968, tenne il seguente discorso alla Kansas University, ponendo forti
dubbi sulla capacità del PIL (Prodotto
Interno Lordo) di esprimere il benessere di una collettività in un Paese:
“Non possiamo misurare lo spirito
nazionale sulla base dell’indice Dow Jones né i successi del Paese sulla base
del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende l’inquinamento dell’aria, la
pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade
dalle carneficine del fine settimana… Comprende programmi televisivi che
valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai bambini. Cresce con la
produzione di napalm, missili e testate nucleari. Il PIL non tiene conto della
salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione e della gioia
dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia e la
solidità dei valori familiari. Non tiene conto della giustizia dei nostri
tribunali, né dell’equità dei rapporti fra noi. Non misura né la nostra arguzia
né il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la
nostra compassione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere
vissuta“
Anche il Dalai Lama è un convinto sostenitore della FIL (Felicità Interna
Lorda). A questo proposito ha
dichiarato: «Come
buddhista, sono convinto che il fine della nostra vita è quello di superare la
sofferenza e di raggiungere la felicità. Per felicità però non intendo
solamente il piacere effimero che deriva esclusivamente dai piaceri materiali.
Penso ad una felicità duratura che si raggiunge da una completa trasformazione
della mente e che può essere ottenuta coltivando la compassione, la pazienza e
la saggezza. Allo stesso tempo, a livello nazionale e mondiale, abbiamo bisogno
di un sistema economico che ci aiuti a perseguire la vera felicità. Il fine
dello sviluppo economico dovrebbe essere quello di facilitare e di non
ostacolare il raggiungimento della felicità».
Il presidente dell’Uruguay José
Pepe Mujica, in un mondo in cui la
gente pensa prevalentemente al potere e all’accumulo di beni materiali, si
trattiene solo una piccolissima dello stipendio per vivere e destina il resto
alla beneficenza. Vive di poco, anzi di pochissimo, in una vecchia fattoria
senza neppure l’acqua corrente, ma solo l’acqua del pozzo
Alla BBC ha dichiarato “Mi chiamano
il presidente più povero, ma io non mi sento povero. I poveri sono coloro che
lavorano solo per cercare di mantenere uno stile di vita costoso, e vogliono
sempre di più. E’ una questione di libertà. Se non si dispone di molti beni
allora non c’è bisogno di lavorare per tutta la vita come uno schiavo per
sostenerli, e si ha più tempo per se stessi”.