Sori è un piccolo comune della Riviera Ligure e, come
la maggior parte dei comuni italiani, deve fare in conti con un esiguo e
stringato bilancio, fortemente condizionato dal patto di stabilità.
Eppure, in un quadro economico sicuramente non
favorevole, il sindaco ha deciso di applicare uno sconto sulla TARI, ovvero la tassa sui rifiuti, a quegli
esercizi che rinunciano all’installazione
di slot machine. Quindi i bar, trattorie, paninoteche e ristoranti, ecc..
che dicono no al gioco d’azzardo si vedranno ridotta l’imposta sui rifiuti del
10 per cento. Lo sconto può salire al 20 per cento se si accetta anche di offrire
una connessione libera alla rete wifi, che si appoggia alla rete,
anch’essa gratuita, messa a disposizione dal Comune. Un piccolo accorgimento
quest’ultimo per ridurre il digital
divide e fornire un servizio a residenti e turisti, in un’ottica di
condivisione.
Un cambiamento culturale: l’Ente pubblico che passa da
sanzionatore ed esattore, a facilitatore, percepito come collaborativo,
propositivo e comprensivo, calato nella realtà e conscio delle reali necessità sia
dei cittadini che di coloro che svolgono un’attività commerciale o produttiva.
Certamente è solo un piccolo passo, ma se alla
consapevolezza dei danni derivanti dal gioco d’azzardo si aggiunge un incentivo
economico si può ben sperare che sia un inizio positivo per contrastare un
fenomeno che sta diventando di giorno in giorno più problematico.
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